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12 gennaio 2022

Prospettive circolari per il settore degli imballaggi in plastica

Il settore degli imballaggi in materie plastiche è basato su un modello principalmente lineare che genera delle ripercussioni negative sull’ambiente e sulla società, sia in fase di estrazione delle materie prime che di consumo, ma soprattutto a valle della catena, in fase di valorizzazione dei materiali post-consumo, spesso dispersi nell’ambiente. Le sfide per raggiungere la circolarità del sistema richiedono un approccio integrato lungo la filiera. In questa direzione puntano iniziative e accordi internazionali finalizzati ad innovare il design dei prodotti intervenendo significativamente a monte della filiera.  Inoltre, un importante contributo è fornito dal sistema collettivo degli imballaggi, che facilita la gestione e la valorizzazione dei materiali impiegati, attraverso la gestione ed il supporto alle attività di raccolta, smistamento e riciclo. 

Esistono diverse prospettive per le aziende lungo la filiera (importatori, produttori, trasformatori e utilizzatori di materiali plastici) per agevolare la gestione del fine vita, migliorare la circolarità dei prodotti ed assicurare la propria competitività per il futuro. In base al tipo di materia prima adottata e alle applicazioni finali realizzate, si possono delineare tre azioni strategiche principali:

  • Innovazione dei materiali 
  • Nuovi modelli di business 
  • Nuovo design dei prodotti 

L’innovazione dei materiali è necessaria per le tipologie di prodotti che altrimenti non sarebbero facilmente riutilizzabili o riciclabili e che potenzialmente possono essere sostituiti da materiali bio-based, biodegradabili e compostabili. Fanno parte di questa categoria i piccoli formati (tappi, sacchetti, linguette, …) con dimensione inferiore a 40-70mm, i prodotti multi-materiale, i prodotti con materiali plastici meno diffusi (come PVC, EPS, PS), i prodotti contaminati naturalmente da sostanze organiche (come capsule del caffè, imballaggi take-away, borse dell’organico). Per il raggiungimento di questi obiettivi le aziende possono realizzare progetti di Open Innovation per individuare sul mercato soluzioni innovative ad hoc, attivando l’ecosistema di startup, PMI innovative, centri di ricerca ed università, del network del Circular Economy Lab.

I nuovi modelli di business (es. ri-utilizzo) risultano adatti al 20% in peso del mercato totale di imballaggi plastici. Fanno parte di questa categoria applicazioni quali: bottiglie e contenitori di prodotti cosmetici o di cura della casa, sacchetti della spesa, bottiglie, impacchi per pallets, imballaggi rigidi di grandi dimensioni. Per il lancio sul mercato di questi modelli, le aziende possono appoggiarsi alle iniziative di Project Building del Circular Economy Lab, che mirano ad accelerare la definizione del modello di business ed il test sul mercato di un progetto pilota.  

Il nuovo design dei prodotti è necessario per migliorare la fattibilità tecnica ed economica dei sistemi di post-consumo, raccolta, smistamento e riciclaggio, e coinvolge circa il 50% in peso del mercato totale degli imballaggi. Fanno parte di questa categoria tutte le applicazioni per le quali è possibile adottare i seguenti accorgimenti in fase di design: scelta di polimeri più diffusi per i quali sono validati sistemi di gestione post-consumo a larga scala, riduzione e scelta degli additivi e dei pigmenti che non hanno conseguenze negative sulle fasi di separazione e riciclo e sulla qualità dei materiali rigenerati, redesign di prodotto (forma del prodotto, tappi, etichette, colle, stampature, chiusure, valvole, …). Per il raggiungimento di questi obiettivi le aziende possono realizzare progetti di Circular Design per co-sviluppare prodotti innovativi tramite l’ingaggio di stakeholder lungo tutta la filiera ed esperti del Circular Economy Lab.

 

Fonte “Ellen MacArthur Foundation, The new plastic economy – Catalysing Action”