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01 agosto 2022

L’economia circolare nel settore tessile, abbigliamento e moda

I nuovi sviluppi legislativi, tecnologici e di mercato rappresentano delle sfide decisive per il settore Tessile, Abbigliamento e Moda.  

L’economia circolare rappresenta un nuovo paradigma economico in grado di slegare lo sviluppo di imprese e territori dallo sfruttamento delle risorse naturali esauribili, contribuendo così a contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico e stimolando al contempo la trasformazione delle strategie aziendali in ottica di competitività e resilienza.  

Nel settore Tessile Abbigliamento Moda (TAM) questo si traduce in un nuovo modo di concepire i processi industriali e i prodotti, basandosi su un pensiero sistemico e di redesign e nell’implementazione di nuovi modelli di business lungo l’intera filiera, slegata dalla logica radicata nel fast fashion di “usa e getta”.  

A monte della filiera, la fase di progettazione e di selezione delle materie prime è cruciale nel definire il ciclo di vita di un prodotto, in quanto va a definirne le caratteristiche di qualità, durabilità e riparabilità, impattando sulle opportunità di riutilizzo, rivendita e riciclo post-vendita e post-consumo. Realizzare tessuti con fibre alternative a quelle sintetiche consente di mitigare uno dei maggiori problemi del fast fashion, ovvero l’utilizzo di ingenti quantitativi di risorse idriche ed energetiche in fase di produzione. 

Nella fase di distribuzione, modelli di vendita circolari come il noleggio e la vendita di vestiti usati potrebbero ridurre l’acquisto, quindi la produzione, di nuovi indumenti ed essere economicamente vantaggiosi. A supporto di questi modelli è necessario sviluppare sistemi di tracciabilità dei materiali e dei prodotti per garantire trasparenza lungo tutta la filiera.  

Infine, nella fase di fine vita, processi di raccolta, smistamento e selezione efficienti sono fondamentali per garantire un maggiore riutilizzo o riciclaggio dei tessuti. Scarti e rimanenze possono in questo modo essere reimmessi in nuovi cicli produttivi sostituendosi ai materiali vergini, evitando che vengano inceneriti o indirizzati in discarica. Le direttive nazionali ed europee stanno puntando molto su questo aspetto; per le aziende questo rappresenta un importante motore d’accelerazione, in quanto costrette a trovare soluzioni che le mantengano al passo con l’evoluzione legislativa e al contempo competitive sul mercato. Poiché sempre di più i tessuti sono composti da materiali misti, le tecniche di separazione e le tecnologie che consentono di tracciare il contenuto dei tessuti permettono una migliore gestione dei rifiuti. Ciò si collega alla necessità di effettuare un’attenta pianificazione in fase di design: i materiali utilizzati non devono essere inquinati da altri materiali e sostanze chimiche che non possono essere separati a fine vita.