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10 dicembre 2024

CCUS: analisi del quadro normativo e incentivi per favorirne lo sviluppo

Nel precedente articolo abbiamo visto l’importanza delle tecnologie di Carbon Capture, Utilization & Storage per la riduzione della concentrazione di CO2 in atmosfera, l’interesse da parte degli enti sovranazionali allo sviluppo di progetti condivisi con governi e soggetti privati, le opportunità legate allo stoccaggio e all’utilizzo nei processi industriali.

GLI OBIETTIVI COMUNI ALLE NORMATIVE INTERNAZIONALI IN AMBITO CCUS

Uno dei temi maggiormente dibattuti riguarda la necessità di adottare un quadro normativo che sia chiaramente definito e che permetta a tutti gli attori coinvolti nel processo - in particolare investitori privati - di conoscere “le regole del gioco”, al fine di programmare un piano d’investimenti coerente e di ridurre l’incertezza sui ritorni attesi.

Dall’Unione Europea agli Stati Uniti, passando per le grandi economie asiatiche, tutti i Governi hanno definito un primo quadro regolatorio sul tema CCUS, nell’ambito di un più ampio programma complessivo legato al processo di Decarbonizzazione. Ad oggi, gli obiettivi fondamentali che ricorrono nelle varie normative internazionali sono, in sintesi:

  • La definizione di specifici target di cattura e utilizzo della CO2
  • La quantificazione degli investimenti in ricerca e infrastruttura necessari per raggiungere tali target
  • Il ruolo dei soggetti pubblici e di quelli privati
  • La determinazione di incentivi economici e fiscali per favorire lo sviluppo necessario

LE DIRETTIVE UE PER FAVORIRE LO SVILUPPO DELLA CCUS

In questo contesto, la prima emanazione comunitaria dedicata è stata la direttiva EU CO2 Storage del 20091  che ha stabilito le condizioni per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio sicuro di CO2 in formazioni geologiche e le linee guida per il monitoraggio e il controllo dei siti di stoccaggio, al fine di garantirne la sicurezza nel lungo termine.

Una successiva pietra miliare è stato il Green Deal, presentato nel 2019, e la Strategia per la Neutralità Climatica. In particolare, all’interno del pacchetto “Fit for 55”, il CCUS è identificato come un insieme di tecnologie chiave per ridurre le emissioni industriali e supportare le industrie hard-to-abate, come quelle dell'acciaio e del cemento. Parallelamente, è stato istituito il regolamento European Emissions Trading Systems (EU ETS), un mercato del carbonio basato sul principio del “cap and trade”2 nel quale le emissioni di CO₂ catturate e stoccate non sono conteggiate nelle emissioni complessive di un impianto, riducendo così l’onere economico derivante dall’acquisto di crediti di carbonio per l’industria coinvolta.

Lo scorso anno la Commissione Europea ha, infine, lanciato il Net-Zero Industry Act, con un obiettivo di 50 milioni di tonnellate di capacità di stoccaggio entro il 2030 attraverso la mobilitazione di investimenti per circa 9-12 miliardi di euro3 .

LO SCENARIO ITALIANO

Il primo impianto normativo in Italia, a recepimento della direttiva europea 2009/31/CE, è stato il Dlgs 162/2011 dedicato allo stoccaggio geologico della CO2, e fondamentalmente rimasto sulla carta fino alla pubblicazione del Dlgs 47/2020 che ha innovato e semplificato il precedente Dlgs, consentendo l’avvio di programmi sperimentali di stoccaggio nei lidi off-shore.

Il quadro normativo è stato poi completato con il Dl 181/2023 che ha consentito l’abilitazione alle autorizzazioni di stoccaggio e all’istituzione di un tavolo di lavoro presso il MASE per la definizione di un modello di business per le attività di trasporto e stoccaggio di CO2, dando di fatto il via libera operativo al progetto promosso da Eni e Snam al largo di Ravenna di cui parleremo nei prossimi articoli.

Infine, nell’ultimo aggiornamento del PNIEC4 (giugno 2023) il Governo italiano ha riconosciuto il valore delle soluzioni di CCUS per raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni.

IL SUPPORTO PUBBLICO E GLI INCENTIVI ECONOMICO-FISCALI

Nonostante un impianto normativo in larga parte definito, il numero di progetti operativi di gestione del carbonio industriale su larga scala in Europa rimane tuttora limitato. Una delle ragioni principali risiede nella necessità di affrontare costi estremamente elevati per identificare, sviluppare e valutare siti di stoccaggio, e per industrializzare tecnologie di utilizzo che siano economicamente sostenibili.

I finanziamenti annunciati a livello europeo e nazionale per la cattura e lo stoccaggio del carbonio non risultano sufficienti a sostenere i progetti che, con le tecnologie attuali, non riescono a coprire i loro costi di capitale e operativi affidandosi esclusivamente al prezzo del carbonio sul mercato ETS.

L’Unione Europea ha messo a disposizione due strumenti a supporto dello sviluppo di questi progetti, i fondi Horizon e gli Innovation Fund: Investments in Innovative Clean Technology Projects per un totale superiore a 1,1 miliardi di euro (plafond complessivo a disposizione di tutte le tecnologie innovative a basse emissioni)5 .

Al di fuori dell’UE, altri Stati hanno adottato approcci diversificati che vanno dagli incentivi fiscali tramite credito d’imposta (Stati Uniti, tramite l’Inflaction Reduction Act) ai fondi strutturali per i nuovi progetti (UK), dal partneriato pubblico-privato (Norvegia), al coinvolgimento diretto dello Stato (Cina) .

Da ricordare, tuttavia, come i governi e gli apparati pubblici dispongano di ulteriori leve di sviluppo per le attività di CCUS, ad esempio tramite l'adozione su larga scala dei prodotti finali della CCU nei bandi d’acquisto, nella prospettiva di facilitare il supporto infrastrutturale, insieme a una campagna di sensibilizzazione di  tutti gli stakeholder coinvolti tramite campagne informative.

2030-2050, WHAT’S NEXT?

In conclusione, rimangono ancora molti punti aperti su come implementare in maniera pratica gli indirizzi, gli obiettivi e le progettualità caldeggiati e immaginati dai Governi e dalle Istituzioni internazionali, considerando che gli ambiziosi target Net-Zero al 2050 passano necessariamente da un percorso progressivo di decarbonizzazione che richiederà già nei prossimi anni il raggiungimento di obiettivi sfidanti.

Attraverso i prossimi articoli vedremo come l’ecosistema della ricerca scientifica e quello industriale, sulla scorta del quadro normativo tracciato e degli investimenti pubblici e privati messi a disposizione, stanno contribuendo in maniera significativa all’innovazione in questo settore, attraverso la sperimentazione di nuovi prodotti CO2-based e lo stoccaggio minerario dell’anidride carbonica.

 

 

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  1.  Direttiva 2009/31/CE
  2.  Meccanismo economico che consiste nella determinazione di un tetto massimo di emissioni nocive consentite in capo a determinati settori produttivi e consente ai soggetti onerati di commerciare le quote assegnate
  3.  European Commission SWD 68 (2023) - Investment needs assessment and funding availabilities to strengthen EU's Net-Zero technology manufacturing capacityhttps://www.mase.gov.it/sites/default/files/PNIEC_2023.pdf
  4.  IEA
  5.  Global CCS Institute – Global Report 2023